The Card Counter, la sceneggiatura completa del film diretto da Paul Schrader e con protagonista Oscar Isaac.
Presentato in Concorso alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, The Card Counter, film indipendente scritto e diretto da Paul Schrader — celebre per aver firmato le sceneggiature di capolavori come Taxi Driver e Toro Scatenato di Martin Scorsese — è approdato nelle sale cinematografiche italiane il 3 settembre 2021. Questo intenso dramma psicologico, interpretato da Oscar Isaac, si inserisce perfettamente nel solco della poetica schraderiana: storie di uomini alienati, imprigionati in una routine esistenziale, sospesi tra redenzione e autodistruzione.
“Nel corso degli anni ho sviluppato il mio genere di film, in cui coinvolgo un uomo solo in una stanza che indossa una maschera, e la maschera è la sua occupazione”, ha dichiarato Schrader. “Prendo poi quel personaggio e lo affianco a un problema più grande, personale o sociale.” In The Card Counter questo “uomo mascherato” è William Tell, un ex militare segnato da colpe inconfessabili, che cerca nell’anonimato dei casinò e nella ripetitività delle partite di poker un fragile equilibrio.
Tell, impersonato da un intenso Oscar Isaac, è un uomo che ha imparato a vivere nell’ombra, trasformando la disciplina militare in un codice di condotta rigido e meticoloso. Le sue giornate scorrono uguali: camere d’albergo spoglie, tavoli da gioco, vincite moderate, nessun legame. Ma l’incontro con Cirk (Tye Sheridan), giovane tormentato in cerca di vendetta contro lo stesso ufficiale che ha distrutto anche la vita di Tell, innesca un processo di disgregazione. William, combattuto tra il desiderio di aiutare Cirk e il timore di risvegliare i propri demoni, intravede nella redenzione del ragazzo una possibile salvezza per se stesso.
La sceneggiatura, che grazie a Deadline potete leggere qui: THE CARD COUNTER, costruisce lentamente la tensione, intrecciando presente e passato attraverso flashback stilizzati e disturbanti, che evocano gli orrori delle prigioni di Abu Ghraib. Il trauma bellico, l’ombra della tortura e l’impotenza morale si fondono con l’apparente neutralità del mondo del gioco d’azzardo, in cui ogni decisione è un rischio calcolato, eppure ogni partita è una forma di penitenza.