Anders Thomas Jensen porta all’82esima Mostra del Cinema di Venezia una black comedy piena di umanità e ironia.
Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2025, The Last Viking è il nuovo film di Anders Thomas Jensen, regista danese già noto per le sue commedie nere e originali, che dopo il successo al Festival di Toronto arriva anche in Italia con una black comedy che mescola con abilità umorismo nero e malinconia, riuscendo a far ridere, riflettere e commuovere. Guidato da Mads Mikkelsen e Nikolaj Lie Kaas, quello che inizialmente sembra un classico crime su un ex rapinatore alla ricerca del suo bottino si trasforma ben presto in un racconto sorprendentemente profondo, ironico e toccante.
Un viaggio nel caos dell’anima
Anker (Nikolaj Lie Kaas) ha scontato 15 anni di carcere per una rapina in banca finita male, e il bottino – 40 milioni di corone – è sparito, così come la sua vita. Prima di essere arrestato, però, aveva chiesto a suo fratello Manfred (Mads Mikkelsen), affetto da disturbo di personalità multipla, di nascondere i soldi nella loro vecchia casa di montagna, e ora che è uscito Anker vuole solo una cosa: recuperare il denaro. Ma il fratello non è più lo stesso – o forse non lo è mai stato – e crede di essere John Lennon. Come se non bastasse, inoltre, un ex complice molto pericoloso è sulle sue tracce.
Quello che segue non è solo un viaggio per ritrovare un bottino, ma soprattutto dentro una famiglia spezzata e nel passato di Anker, pieno di dolori, colpe e ferite mai guarite. Intorno a lui e Manfred ruotano personaggi assurdi, teneri e buffi: una cover band dei Beatles che fa ridere e piangere, una ex modella ormai dimenticata, uno stilista fallito. Tutti rappresentano un’umanità fragile, spesso messa da parte dalla società, ma capace di mostrare una verità che i “normali” non vogliono vedere.
Il film mescola generi con grande libertà: si passa dalla commedia demenziale al dramma, dal noir al racconto familiare. Il risultato è un’opera unica, che sorprende a ogni scena. L’umorismo è nero ma mai cattivo, spesso irresistibile, e riesce a far ridere anche nei momenti più delicati. La regia di Jensen è discreta, elegante, e lascia grande spazio agli attori, veri protagonisti di questa storia.
Mads Mikkelsen è il cuore del film, di solito interpreta uomini freddi e duri, ma qui cambia completamente registro. Il suo Manfred è dolce, fragile, imprevedibile: un uomo che vive in un mondo tutto suo, ma che a modo suo sa amare, proteggere e capire. È un personaggio a metà tra Forrest Gump e Rain Man, con un tocco tutto personale, e Mikkelsen lo interpreta con una sensibilità e una comicità sorprendenti, rendendolo indimenticabile.
Nikolaj Lie Kaas, invece, dà vita a un Anker stanco e pieno di sensi di colpa, un uomo che ha fatto di tutto per dimenticare il passato ma ora è costretto ad affrontarlo. Il loro rapporto, pieno di silenzi, rabbia e affetto nascosto, e funziona perché è vero, perché ci parla di famiglia, di dolore e di perdono.
Ma The Last Viking non è solo una storia personale, è anche una critica alla società, in particolare alla Danimarca di oggi, spesso descritta come perfetta, ma in realtà piena di contraddizioni. Jensen ci mostra come le persone “diverse” vengano spesso emarginate, trattate come problemi da nascondere. Ma chi è davvero pazzo? Chi vive in un mondo tutto suo, oppure chi pensa solo al denaro e al successo, senza più empatia né umanità?
Il film ha anche un lato fiabesco, quasi magico. Il tesoro da ritrovare non è solo una valigetta piena di soldi, ma qualcosa di molto più importante: i ricordi, le emozioni e la verità su sé stessi. Anche il dolore, ci dice il film, fa parte di noi e ci aiuta a capire chi siamo davvero.
Jensen riesce a tenere tutto in equilibrio: fa ridere senza essere superficiale, commuove senza diventare melodrammatico. Il suo tocco ricorda a tratti quello di Ken Loach o di certa commedia sociale francese e britannica, capace di parlare di temi importanti con leggerezza e ironia. I personaggi “strani” che popolano il film sembrano usciti da un film dei fratelli Farrelly, ma con una tristezza di fondo che li rende profondamente umani.
Una risata amara che fa pensare
The Last Viking è un film originale, profondo e divertente, capace di far ridere ma anche di commuovere, mescolando con intelligenza la commedia e il dramma, il crimine e la poesia, l’assurdo e il quotidiano. È una storia che parla di famiglia, di perdono, di amore e follia, ma anche di una società che spesso emargina chi è diverso o non si comporta “come si deve”.
Ciò che rende questo film davvero speciale sono i suoi personaggi: strani, buffi, fragili, ma sempre veri. Non sono eroi, ma persone piene di difetti, che cercano di rimettere insieme i pezzi della propria vita. Il film ci mostra che anche chi sembra perso può avere qualcosa da insegnare, e che a volte la follia è solo un altro modo di vedere il mondo. The Last Viking è una black comedy piena di umanità, ironia e verità, che fa ridere, sì, ma con il cuore.
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Emanuela Giuliani
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