The Lost Daughter, la recensione: Un Viaggio Psicologico Incompleto tra Maternità e Rimpianti

La recensione dell’esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal. The Lost Daughter, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.

Il debutto alla regia di Maggie Gyllenhaal con The Lost Daughter si ispira al romanzo La figlia oscura di Elena Ferrante, portando sul grande schermo una storia complessa e ambiziosa che esplora le sfumature della maternità, del desiderio e del conflitto interiore. Presentato in Concorso alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film si distingue per la sua indagine psicologica, ma purtroppo non riesce sempre a coinvolgere emotivamente lo spettatore.

La trama ruota attorno a Leda (Olivia Colman), una professoressa di letteratura italiana in vacanza al mare, che si ritrova a osservare una giovane madre, Nina (Dakota Johnson), e la sua figlioletta Elena. La dinamica familiare di Nina, rumorosa e disfunzionale, risveglia in Leda ricordi dolorosi e conflitti irrisolti legati alla sua stessa esperienza di madre. Questi ricordi, accompagnati da una crescente inquietudine, la spingono a compiere un gesto impulsivo che scuoterà le sue certezze e la proietterà in un viaggio doloroso dentro la sua psiche. È un percorso attraverso la memoria, il rimpianto e le scelte non convenzionali che ha fatto in gioventù, scelte che continuano a definire la sua vita.

Maggie Gyllenhaal, che ha adattato il romanzo di Ferrante con una visione personale e intensa, ha dichiarato di aver voluto esplorare la complessità delle donne e delle madri, portando sullo schermo esperienze che spesso rimangono invisibili o inespresse. La sua regia, purtroppo, non riesce sempre a rendere giustizia a questa visione. Sebbene l’atmosfera del film sia indubbiamente avvolgente e il tema dell’isolamento e della frattura emotiva sia trattato con cura, la narrazione soffre di una certa staticità che impedisce di entrare veramente in sintonia con il personaggio di Leda. La sua lotta interiore, sebbene interessante, rimane talvolta superficiale, senza un approfondimento sufficiente dei suoi moti più intimi e delle sue ragioni.

La regista ha affermato che il suo approccio al romanzo è stato spinto dal desiderio di raccontare verità nascoste sulla maternità, una tematica che, secondo lei, è spesso trattata in modo troppo idealizzato o parziale. Tuttavia, il film non riesce a restituire appieno la profondità e la complessità emotiva di questi temi. La frattura che attraversa Leda, sebbene potenzialmente affascinante, risulta talvolta troppo distante da un pubblico che fatica a comprendere la sua angoscia.

Dal punto di vista delle interpretazioni, The Lost Daughter offre una performance straordinaria di Olivia Colman, che, ancora una volta, riesce a trasmettere un turbinio di emozioni con il suo sguardo intenso e la sua presenza magnetica. Colman rende Leda una figura piena di contraddizioni, una donna che lotta con se stessa e con il suo passato, ma che fatica a comunicare il proprio dolore. Accanto a lei, Dakota Johnson regala una performance solida, purtroppo penalizzata da un personaggio che, a tratti, sembra un po’ troppo distante e meno sviluppato. La chimica tra Colman e Johnson, pur esistente, non si traduce mai in un vero scambio emozionale che permetta al pubblico di entrare completamente nella psicologia dei loro personaggi.

La sceneggiatura, pur restando fedele allo spirito del romanzo, non riesce a dare una risoluzione chiara alla tensione emotiva che costruisce, lasciando alcuni passaggi troppo vaghi e altre dinamiche non esplorate a fondo. In questo senso, la regia di Gyllenhaal, pur promettente, non riesce ad andare oltre la superficie di una storia che avrebbe potuto essere più coinvolgente e profonda.

In conclusione, The Lost Daughter è un film che suscita riflessioni, ma che non riesce a toccare nel profondo. La regia di Gyllenhaal e le interpretazioni di Colman e Johnson sono senza dubbio il punto di forza del progetto, ma la narrazione, purtroppo, non riesce a trasmettere pienamente le emozioni e il conflitto che avrebbero dovuto caratterizzare la storia. Nonostante le buone intenzioni, il film manca di quel coinvolgimento emotivo che avrebbe reso la storia davvero indimenticabile.

The Lost Daughter sarà distribuito in parte nel mercato internazionale da Netflix, mentre in Italia arriverà nelle sale grazie a BIM Distribution nella primavera del 2022.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

6


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