The United States vs. Billie Holiday: la sceneggiatura del biopic diretto da Lee Daniels

The United States vs. Billie Holiday: la sceneggiatura completa del biopic con Andra Day nei panni della leggenda del jazz.

Uscito in esclusiva su Hulu il 26 febbraio 2021, dopo aver debuttato nelle sale cinematografiche statunitensi il 12 febbraio dello stesso anno, The United States vs. Billie Holiday si presenta come un biopic intenso e anticonvenzionale, scritto dalla premio Pulitzer Suzan-Lori Parks e diretto da Lee Daniels (Precious, The Butler).

Ispirata al libro-inchiesta di Johann Hari, Chasing the Scream: The First and Last Days of the War on Drugs, la sceneggiatura si distingue per un approccio narrativo non lineare ed emotivamente coinvolgente. Lontana dalla classica struttura cronologica del film biografico, la narrazione si sviluppa attraverso flashback, interrogatori, visioni oniriche e sequenze quasi teatrali, che restituiscono la complessità psicologica e interiore della protagonista. In questo modo, la storia di Billie Holiday diventa non solo il ritratto di un’artista, ma anche la denuncia di una violenza sistemica e silenziosa che l’ha perseguitata per tutta la vita.

La scrittura di Suzan-Lori Parks, già nota per il suo linguaggio teatrale potente e lirico, trasforma la vicenda della Holiday in un atto politico, una vera e propria accusa contro il razzismo istituzionalizzato e la repressione dell’arte nera da parte delle istituzioni statunitensi. La Holiday che emerge da queste pagine non è solo una voce iconica del jazz, ma un simbolo di resistenza: una donna che ha pagato un prezzo altissimo per aver cantato Strange Fruit, brano-simbolo della denuncia contro il linciaggio degli afroamericani.

La sceneggiatura, che grazie a Deadline  potete leggere qui: THE UNITED STATES VS. BILLIE HOLIDAY, si distingue anche per la qualità dei suoi dialoghi, taglienti e profondamente drammatici, capaci di mettere a nudo i conflitti interiori dei personaggi e di evidenziare il divario tra la loro dimensione privata e quella pubblica. Emblematico in questo senso è il personaggio dell’agente Jimmy Fletcher (interpretato da Trevante Rhodes), incaricato di incastrare la Holiday ma destinato a cambiare schieramento dopo essersi innamorato di lei. Il suo arco narrativo, ricco di sfumature e contraddizioni morali, dà vita a confronti intensi e carichi di tensione che rappresentano alcuni dei momenti più forti del film.

 

Oltre alla persecuzione orchestrata dal Federal Bureau of Narcotics, Parks esplora con delicatezza e coraggio aspetti spesso trascurati della vita di Billie Holiday: la sua bisessualità, le dipendenze, la sua vulnerabilità emotiva e la ricerca costante di libertà artistica e personale. Non c’è idealizzazione, né condanna: la sceneggiatura restituisce una figura complessa, sfaccettata, capace di incarnare contemporaneamente fragilità e forza, autodistruzione e determinazione.

Uno dei fili conduttori più potenti dell’intero copione è il tema della libertà negata: sul piano artistico, personale e soprattutto razziale. In questo contesto, la ricorrenza del brano Strange Fruit assume un valore quasi liturgico, diventando manifesto politico e spirituale di una lotta che va ben oltre la musica.

In definitiva, la sceneggiatura di The United States vs. Billie Holiday non si limita a raccontare la storia di una grande artista, ma si fa veicolo di una riflessione più ampia e urgente. Attraverso la visione audace di Parks e Daniels, la parabola di Billie Holiday si trasforma in una lente attraverso cui leggere le tensioni irrisolte dell’America di ieri e di oggi, confermando la potenza del cinema come strumento di memoria, denuncia e consapevolezza.


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