The Young Pope e The New Pope, alcune curiosità sul dittico di riflessioni sul potere, la fede e la solitudine di Paolo Sorrentino.
The Young Pope e The New Pope sono due serie televisive ideate e dirette dal regista premio Oscar Paolo Sorrentino, che ne ha creato un universo ricco di significati e di riflessioni. La prima, The Young Pope, è andata in onda nel 2016 su Sky Atlantic ed è stata accolta come un’opera innovativa, capace di unire il linguaggio della serialità televisiva con l’estetica e la profondità del grande cinema.
Distinguendosi per il suo stile visivo raffinato e provocatorio, è stata la prima serie italiana a ricevere nomination ai prestigiosi riconoscimenti internazionali degli Emmy Awards e dei Golden Globe. L’interpretazione di Jude Law nel ruolo del protagonista, Lenny Belardo alias Papa Pio XIII, il primo pontefice americano, è al centro di una riflessione complessa sulla fede, il potere e la solitudine del capo spirituale.
Il successo di The Young Pope ha dato vita a un seguito, The New Pope, andato in onda nel 2020, che riprendendo la visione artistica di Sorrentino ha introdotto un nuovo protagonista interpretato da John Malkovich. Entrambe le serie, pur mantenendo una continuità tematica e visiva, si differenziano per la loro profondità, la capacità di mescolare il sacro e il profano, e per l’originalità del loro approccio alla narrazione.
Il dittico rappresenta non solo una riflessione sul papato e sulla fede, ma anche un’esplorazione del potere in tutte le sue forme, in un mix perfetto di satira, dramma e poesia, e grazie alla visione unica di Sorrentino, sono diventate icone televisive che hanno influenzato profondamente la scena internazionale, non solo per la loro qualità artistica, ma anche per la loro audacia nell’affrontare tematiche delicate e universali.
Il titolo originale e il suo significato
Il titolo The Young Pope non è solo una scelta commerciale, ma racchiude in sé una riflessione profonda non limitandosi a descrivere semplicemente un Papa giovane, ma incarnando una sfida alle tradizioni secolari della Chiesa proponendo un pontificato radicale e innovativo. Il giovane Papa Pio XIII, infatti, si propone di rinnovare il papato in un contesto storico segnato da cambiamenti profondi, e questo contrasto tra giovinezza e storicità sottolinea una riflessione sul potere, la solitudine e la fede, temi che si intrecciano continuamente nella sua figura di uomo destinato a cambiare il corso della storia della Chiesa.
L’ispirazione cinematografica di Sorrentino
Paolo Sorrentino, come regista e narratore visivo, si ispira a due dei più grandi maestri della storia del cinema: Federico Fellini e Stanley Kubrick. Da Fellini ha imparato l’arte della scenografia come elemento essenziale di narrazione, dove l’immagine racconta storie e emozioni senza bisogno di parole. Kubrick, invece, gli ha trasmesso la disciplina della simmetria nelle inquadrature e la precisione nell’uso dei piani sequenza. Queste influenze si riflettono chiaramente nella serie, creando un mondo visivamente stupefacente dove ogni scena sembra un’opera d’arte in movimento, con il distacco emozionale che aggiunge mistero alla storia.
La preparazione di Jude Law
Jude Law ha dedicato un impegno straordinario nel prepararsi per il ruolo di Papa Pio XIII, la sua immersione nel personaggio è stata tanto fisica quanto psicologica. L’attore ha studiato in profondità le dinamiche di potere, solitudine e fede, cercando di comprendere come una persona possa vivere in un ruolo così imponente e trascendentale. Law ha anche riflettuto sul conflitto interno di Pio XIII, che, pur non avendo mai scelto di essere Papa, è costretto a vivere questa funzione con assoluto impegno e autorità. La sua performance, intensa e vulnerabile, è uno degli aspetti più apprezzati della serie, in quanto riesce a trasmettere una tensione emotiva che si cela dietro la sua figura apparentemente forte.
Le location e la ricostruzione del Vaticano
La serie ha affrontato una sfida notevole nella ricostruzione degli ambienti vaticani, non potendo filmare nei luoghi originali gli studi di Cinecittà a Roma furono scelti per dar vita agli scenari iconici della Chiesa, come la Cappella Sistina e il Palazzo Apostolico. Una fedeltà della ricostruzione architettonica che si è unisce alla forte componente simbolica, con gli ambienti che non sono solo stati fedeli alla realtà, ma hanno rispecchiato anche i temi religiosi e filosofici trattati nella serie, donando un’atmosfera che mescola storia e simbolismo.
Il ruolo di Diane Keaton e il legame con Sorrentino
Diane Keaton, nel ruolo di suor Mary, ha saputo portare un’incredibile profondità emotiva al personaggio, e la sua interpretazione è un connubio di saggezza e vulnerabilità, che ben si sposa con il rapporto quasi materno che instaura con Papa Pio XIII. La Keaton ha scelto il progetto non solo per la complessità del personaggio, ma anche per il rispetto che nutre verso Sorrentino, che ha saputo far emergere una dimensione emotiva di suor Mary che rappresenta uno degli elementi più potenti della serie. La sua presenza aggiunge un’umanità che contrasta con la rigidità del Vaticano e della Chiesa.
Un cast internazionale e la scelta degli attori
Il cast di The Young Pope è un perfetto esempio di selezione internazionale di talento, in cui ogni attore ha portato con sé un bagaglio unico di esperienza e capacità interpretative. Personaggi come il cardinale Voiello, interpretato da Silvio Orlando, sono riusciti ad emergere per la loro ambiguità e umanità, mentre altri attori come James Cromwell e Cécile de France hanno completato il quadro portando varietà e complessità ai temi trattati. Ogni performance ha contribuito a costruire l’universo della serie, in cui ogni personaggio, pur nel suo ruolo, è attraversato da dubbi e conflitti interiori.
La colonna sonora e il suo impatto emotivo
La colonna sonora di The Young Pope è stata concepita per accentuare il contrasto tra la spiritualità antica e la modernità del pontificato di Pio XIII. L’uso di brani classici di compositori come Max Richter si mescola con canzoni pop contemporanee dei Jefferson Airplane e LMFAO, creando una tensione emotiva che pervade tutta la serie. La musica è diventata, così, non solo un sottofondo, ma un vero e proprio motore narrativo, capace di esprimere le emozioni e i conflitti del protagonista, riflettendo la sua alienazione e il suo conflitto interiore.
L’episodio controverso nella neve
Una delle scene più memorabili e discusse della serie è stata quella in cui Papa Pio XIII prega in ginocchio nella neve. Questa immagine, oltre a essere esteticamente potente, è carica di significati simbolici, come la sofferenza, la solitudine, e il sacrificio del protagonista. Il gesto è stato interpretato come un momento di profonda riflessione e redenzione, ma anche come un simbolo di resistenza e dignità in un contesto di assoluta solitudine. La scena ha suscitato un ampio dibattito, facendo emergere le diverse interpretazioni spirituali e allegoriche che la serie propone.
Il design del costume e la moda
Le vesti papali di Papa Pio XIII sono un altro elemento distintivo della serie, progettato dallo stilista Carlo Poggioli. Il design delle vesti è stato pensato per essere moderno e audace, con linee minimaliste e colori vivaci che contrastano con la tradizione. Questo abbigliamento non solo sottolinea la personalità del personaggio, ma diventa anche un simbolo visivo della sua modernità e della sua volontà di rinnovare la Chiesa. L’estetica delle vesti ha avuto un impatto anche nel mondo della moda, dimostrando come un elemento simbolico tradizionale possa essere reinterpretato in chiave contemporanea.
La fine di The Young Pope e l’inizio di The New Pope
Il finale di The Young Pope lascia il pubblico con molte domande irrisolte, creando un senso di “limbo” che ha spinto la creazione di The New Pope (2020). Il passaggio da un Papa giovane e radicale a uno nuovo, interpretato da John Malkovich, aggiunge nuove dinamiche alla narrazione pur mantenendo la continuità visiva e tematica. Il nuovo capitolo esplora la trasformazione della Chiesa attraverso una figura completamente diversa, ma non meno enigmatica, creando un parallelo con il percorso intrapreso da Pio XIII. La transizione tra i due pontificati rende The New Pope un’evoluzione naturale, ma altrettanto misteriosa, della storia.
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Emanuela Giuliani