Toy Story 4, la recensione: un nuovo inizio per Woody e la magia dei ricordi

Un nuovo inizio per Woody e la magia dei ricordi in Toy Story 4, nelle sale cinematografiche italiane dal 26 giugno.

Woody e la banda di giocattoli più amata della storia del cinema tornano sul grande schermo con Toy Story 4, firmato Disney Pixar e diretto da Josh Cooley. Disponibile nelle sale italiane dal 26 giugno, questo nuovo capitolo distribuito da The Walt Disney Company Italia si inserisce in una saga che ha segnato generazioni di spettatori, portando avanti una narrazione che, a dispetto delle apparenze, non è affatto conclusa.

Il film si apre con una situazione apparentemente stabile: Woody, Buzz e compagni sono ormai i giocattoli di Bonnie, una nuova bambina che ha preso il posto del loro amato Andy. Ma come nella vita vera, ogni finale può diventare un inizio. Ed è proprio questo il cuore pulsante di Toy Story 4: il viaggio verso una nuova consapevolezza, la ricerca della libertà personale e la difficile accettazione del cambiamento.

Tra i nuovi personaggi spicca Forky, una forchetta di plastica trasformata in giocattolo, simbolo del potere dell’immaginazione infantile e metafora della confusione identitaria. Il personaggio, che si autodefinisce “spazzatura”, viene usato con intelligenza per raccontare le insicurezze dei bambini e la necessità di sentirsi amati e accettati. Ma è Woody a fare il viaggio più profondo: separato dal gruppo durante una vacanza in famiglia, incontra la sua vecchia fiamma Bo Peep, che incarna un modello di indipendenza e autodeterminazione raro nel mondo dei giocattoli.

Bo non è più la delicata pastorella del passato, ma una figura forte e autonoma, che vive senza un bambino e che ha scelto di scrivere da sola la propria storia. Il confronto tra i due personaggi apre riflessioni importanti: cosa significa essere un giocattolo? A cosa serve una vita se non è dedicata a qualcuno? Ma, più in generale, quanto è giusto sacrificarsi per restare fedeli a un ruolo che non ci rappresenta più?

Cooley, alla sua prima regia di un lungometraggio Pixar, gestisce con delicatezza questi temi complessi, mantenendo il tono leggero e accessibile del franchise. La sceneggiatura gioca abilmente sul filo dell’emozione, facendo leva su ciò che Toy Story ha sempre fatto meglio: raccontare la crescita, l’abbandono, l’amicizia, e la malinconia del tempo che passa attraverso oggetti che vivono delle emozioni che noi proiettiamo su di loro.

Il comparto tecnico è, come sempre, impeccabile. L’animazione raggiunge livelli di dettaglio stupefacenti, soprattutto nelle ambientazioni notturne e negli spazi affollati. Il personaggio di Duke Caboom, doppiato da Corrado Guzzanti nella versione italiana, aggiunge umorismo e una nota nostalgica, incarnando le promesse disilluse della pubblicità e il bisogno di riscatto. La nuova “antagonista”, Gabby Gabby, invece, si rivela sorprendentemente profonda: una bambola rotta che desidera solo essere amata, sfumando la linea tra buoni e cattivi con straordinaria sensibilità.

Un punto di forte commozione è l’assenza di Fabrizio Frizzi, storico doppiatore di Woody, sostituito da Angelo Maggi. L’eco della sua voce aleggia malinconica sull’intero film, e le testimonianze di colleghi e amici, da Massimo Dapporto a Riccardo Cocciante, lo ricordano come una presenza insostituibile, capace di trasmettere calore e sincerità con ogni battuta. La sua mancanza si sente, ma Toy Story 4 riesce comunque a mantenere vivo lo spirito dei capitoli precedenti.

Luca Laurenti presta la voce al tenero e confusionario Forky, offrendo un’interpretazione esilarante e toccante al tempo stesso. La colonna sonora si arricchisce di una versione acustica e sentita del celebre brano di Cocciante, eseguita da Benji e Fede, che sottolinea ancora una volta il legame tra musica e memoria.

In definitiva, Toy Story 4 non è solo un altro sequel, ma una riflessione matura sul senso dell’identità e sull’importanza del cambiamento. È un film che parla sia ai bambini, con la sua brillantezza visiva e le sue avventure colorate, sia agli adulti, offrendo spunti profondi sul valore dell’amore, dell’amicizia e dell’indipendenza.

Un viaggio nei sentimenti, una lettera d’amore al passato e un incoraggiamento a guardare avanti: Toy Story 4 è una tappa obbligata per chiunque abbia mai creduto che un giocattolo potesse avere un’anima.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

7


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