“Un Eroe”: la sceneggiatura completa e il commento del regista Asghar Farhadi
E’ approdato nelle sale cinematografiche italiani lo scorso 3 gennaio: “Un Eroe”, culmine di una lunga riflessione su un fenomeno ricorrente che il regista e sceneggiatore iraniano Asghar Farhadi aveva notato essere riportato dai media della sua nazione.
“Leggevo da tempo storie come questa sulla stampa, di individui comuni che per un breve periodo hanno fatto notizia sui giornali a causa di un atto altruistico. Queste storie avevano spesso delle peculiarità comuni. ‘Un Eroe’ non è stato ispirato da una notizia specifica, semplicemente mentre lo scrivevo avevo in mente queste storie.”
In“UN EROE” Rahim è in prigione a causa di un debito che non è stato in grado di pagare. Quando gli conviene concesso un congedo di due giorni, l’uomo cerca di convincere il creditore che lo ha accusato a ritirare la denuncia, dandogli in cambio una parte della somma che gli deve. Ma le cose purtroppo non vanno come Rahim ha pianificato…
Il film è stato presentato in Concorso al 74esima edizione del Festival di Cannes dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria, ed ora grazie a Deadline vi presentiamo la sceneggiatura completa del film che potete leggere cliccando sul titolo: “UN EROE”.
“Inizialmente avevo un’idea molto vaga di queste storie vere. Il mio modo di lavorare è sempre lo stesso e l’ispirazione può arrivare da un’immagine, da un sentimento, da una trama sintetica che poi si sviluppa in seguito. A volte tutto questo può rimanere in un angolo della mia mente senza pensare che un giorno potrebbe diventare una sceneggiatura. Il tempo è un alleato importante. Alcuni di questi semi scompaiono da soli, altri persistono, crescono e rimangono dentro di te in uno stato incompiuto, in attesa che tu ti dedichi a loro” – dice Farhadi proseguendo spiegando il processo creativo – “Attraverso dei pensieri sparsi l’idea inizia ad emergere, così si passa alla ricerca ed alle prime bozze che dettano il percorso da intraprendere. Quasi tutte le mie storie si sviluppano nella mia mente in questo modo. Non ricordo di essere mai stato in grado di concepire una storia completa con un inizio, una parte centrale e una fine.”
Un processo di sviluppo del progetto nel corso del quale il regista, man mano che andava avanti, ha poi perfezionato il progetto con dei biglietti e dei codici a colori.
“Scelgo un colore per ogni mia idea che sono sicuro incorporerò in qualche modo nella sceneggiatura, e un altro per quelle di cui sono meno sicuro, molte delle quali non saranno utilizzate direttamente in fase di scrittura. Tuttavia non forniscono informazioni chiare per lo script, però mi aiutano a capire meglio i miei personaggi. Durante questa fase preparatoria, molti aspetti del background dei personaggi vengono sviluppati e lasciano tracce più o meno visibili nel film.”
Alla fine, mentre la trama, i personaggi e i temi si univano, Farhadi ha riconosciuto che l’insieme rifletteva una nuova visione del cupo aspetto della natura umana già esplorata nei suoi precedenti film.
“Ognuno ha le sue ragioni per agire in quel modo, anche se non ne è necessariamente consapevole e a volte non sono chiare o facili da riassumere. Sono un ammasso di contraddizioni. In realtà, le persone possono impiegare anni per trovare dentro di sé le ragioni delle proprie azioni sepolte nel profondo del loro passato. Prendendo atto delle ragioni che hanno spinto un individuo ad agire, possiamo capirlo, senza necessariamente essere d’accordo con lui.”
FONTE DEADLINE