Un Sacchetto di Biglie – Recensione

Un Sacchetto di Biglie – Recensione

Un sacchetto di biglie simbolo di un infanzia vittima dell’insensata brutalità della guerra, milioni di giovani vite strappate alla spensieratezza dei giochi, dalla concreta prospettiva di un roseo felice futuro, perse e mai recuperate, destini deviati irrimediabilmente dalla follia umana, vissuti fuggendo con la costrizione di negare se stessi, la propria identità, fino al completo annullamento, con la speranza, un giorno, di uscire vivi da quell’inferno surreale non voluto.

Un Sacchetto di Biglie, lungometraggio diretto da Christian Duguay, regista di Belle & Sebastien, è il secondo adattamento cinematografico, la prima di Jacques Doillon risale al 1975, dell’omonima opera, pubblicata nel 1973, di Joseph Joffo, in cui l’autore del libro racconta la disperata, spaventosa fuga, vissuta assieme al fratello, Maurice Joffo, interpretati rispettivamente da Dorian Le Clech e Batyste Fleurial Palmieri, nella Francia occupata dai nazisti, nel tentativo di salvarsi, per ricongiungersi al resto della famiglia.

Un episodio appartenente ad uno dei periodo storici più violenti, nei confronti della quale non si può restare indifferenti, una tragedia cruenta dai fondamenti incomprensibili e assolutamente ingiustificabili, le cui profonde sofferenze sono riflesse negli occhi dei sopravvissuti, ed impresse in modo indelebile nei loro animi, in un logorante vortice di tormenti, che annienta ogni volontà.

La pellicola dalla narrazione semplice e lineare, della sceneggiatura originale scritta da Alexandra Geismar e Jonathan Allouche, a cui segue la collaborazione per l’adattamento ai dialoghi di Benoit Guichard e dello stesso regista, nonostante sia ben costruita, è in parte penalizzata dall’evidente tratto romanzato che caratterizza l’intera storia, ma che tuttavia non ne limita il coinvolgimento emotivo permettendo di stabilire il giusto contatto empatico con la drammatica vicenda.

La fotografia, curata da Christophe Graillot, alleggerisce, trasmettendo, facendone percepire, sapientemente la terribile e crescente inquietudine, evitando al racconto di assumere un tono eccessivamente melodrammatico, fil rouge frequentemente attribuito a tali testimonianze per evidenziarne il patos, e che, spesso, ne penalizza il risultato finale scivolando nella tipica, scontata, banale sfumatura melensa. Il ritmo scandito dalle musiche originali della colonna sonora di Armand Amar, valorizza adeguatamente, la concitazione dei differenti momenti, così come ben curati i costumi e le scenografie di Pierre-Jean Larroque e Franck Schawarz.

Un Sacchetto di Biglie, nel cui cast figurano: Patrick Bruel, Elsa Zylberstein, Bernard Campan, Kev Adams, Christian Clavier, Cesar Domboy, Lilian Bergala e Jocelyn Desverchere, distribuito da Notorious Pictures, soddisfa le aspettative, attirando sensibilmente l’attenzione, sarà nelle sale dal 18 gennaio.

© Riproduzione Riservata


Pubblicato

in

da

Tag: