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Una Pallottola Spuntata, la recensione: l’America ha un nuovo Drebin, ma la mira è peggiorata

Una Pallottola Spuntata, l’America ha di nuovo problema, si chiama Drebin Jr. ma questa volta non sempre centra il bersaglio.

Nel 1988 arrivava nei cinema, con l’eleganza di un ippopotamo sui pattini a rotelle, l’esilarante commedia Una Pallottola Spuntata (The Naked Gun: From the Files of Police Squad!), diretta da David Zucker e tratta dalla serie TV Police Squad!. Creata dallo stesso regista insieme al fratello Jerry Zucker e a Jim Abrahams — il trio dietro a L’aereo più pazzo del mondo del 1980 — la serie  solo col tempo è diventata un piccolo cult, mentre, a differenza di essa, il film si rivelò fin da subito un successo di pubblico e critica.

A guidare la folle giostra c’era lui: il tenente Frank Drebin, il poliziotto più maldestro, ingenuo e inconsapevolmente devastante mai apparso sul grande schermo. Con il volto impassibile e i tempi comici impeccabili del compianto Leslie Nielsen, Drebin è senza alcun dubbio un’icona della commedia farsesca americana: un uomo per cui ogni indagine è un campo minato… soprattutto per chi gli sta intorno.

E tra partite di baseball finite a colpi di mitra, ruoli presidenziali scambiati per attentatori, incidenti diplomatici provocati da semplici strette di mano e un cast perfettamente immerso nel delirio generale, il film si è guadagnato a pieno titolo il suo posto nell’Olimpo della risata — così come i suoi due sequel, ancora più fuori di testa e con un Nielsen più in forma, assurdo e letale di qualsiasi criminale affrontato.

E ora, a distanza di più di trent’anni e milioni di risate, la saga si prepara a tornare il prossimo 30 luglio nelle sale italiane con un nuovo capitolo, diretto da Akiva Schaffer e intitolato proprio come l’originale: Una Pallottola Spuntata. Ma stavolta, a indossare i panni del salvatore della patria è Frank Drebin Jr., interpretato nientemeno che da Liam Neeson. Il testimone (e la pistola) passano dunque di mano: ma il figlio del leggendario tenente è pronto a dimostrare di avere le pall…ottole giuste per ristabilire l’ordine? O quantomeno provarci, senza far saltare in aria mezza città?

Tale padre..tale disastro: tra inciampi e nostalgia

C’è un vecchio detto che recita: tale padre, tale figlio. Ed è proprio questo il punto di partenza del nuovo capitolo di Una pallottola spuntata, che tenta di far rivivere la satira demenziale e irriverente dell’amata saga degli anni ’80 e ’90, portandola nel presente con un inaspettato protagonista e una nuova generazione di gag.

Un compito, ovviamente, tutt’altro che facile, e considerando l’eredità iconica di Leslie Nielsen e il cambiamento della comicità nel corso degli anni, il risultato è una narrazione con alti e bassi con qualche trovata riuscita, e altre che lasciano un po’ il tempo che trovano.

Il regista Akiva Schaffer, componente del trio comico The Lonely Island, tra citazioni e novità, infatti, mette a segno alcuni momenti ben pensati, come l’uso della parodia dei cliché dell’action contemporaneo, ciò nonostante, le battute si alternano a elementi già visti, dando la sensazione che la vicenda si affidi troppo all’effetto nostalgia, attingendo a piene mani dall’opera originale piuttosto che costruire qualcosa di realmente inedito.

Liam Neeson, nei panni di Frank Drebin Jr., è senza dubbio la scommessa più curiosa. Conosciuto per i suoi ruoli drammatici e da duro imperturbabile, come in Taken o The Grey, qui compie di fatto un salto nel vuoto, buttandosi e abbracciando con una certa dose di coraggio il disordine tipico del franchise tanto che il suo impegno è evidente, e sorprende vederlo alle prese con cadute, scambi slapstick e situazioni surreali. Tuttavia, nonostante l’autoironia da imbranato professionista, il confronto con l’indimenticabile Nielsen — per quanto ingiusto — pesa come un macigno, e a mancare, talvolta, è proprio quella ingenua naturalezza e quell’illogicità mai forzata che caratterizzavano lo storico attore.

Accanto a lui troviamo un’insolita Pamela Anderson che, nonostante una parte non particolarmente innovativa, riesce a cavarsela piuttosto bene, ritagliandosi uno spazio interessante grazie a una prova vivace che sembra prendersi gioco del suo passato da figura sexy. E anche se gli scambi con Neeson non hanno un vero slancio, la loro chimica funziona.

Una pallottola spuntata, versione 2025, più che una rinascita è una commedia che, pur senza un’identità ben definita e, soprattutto, priva di quel guizzo umoristico capace di renderla davvero memorabile, si lascia guardare con spensieratezza, ricreando a tratti l’atmosfera nonsense del titolo iniziale. Un passaggio di testimone, in conclusione, dalle buone intenzioni, con il merito di non prendersi troppo sul serio, ma che non centra perfettamente il bersaglio. Una pallottola, insomma, che stavolta colpisce solo di striscio.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

6


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