Venon, la recensione del film con Tom Hardy

La recensione di Venom, il cinecomic diretto da Ruben Fleischer incentrato sul sembionte alieno interpretato da Tom Hardy.

Il giornalista Eddie Brock, interpretato da Tom Hardy, vede la sua vita precipitare dopo essere stato licenziato e aver perso definitivamente la fidanzata Anne Weying, Michelle Williams. La rottura avviene a seguito di un’indagine personale che lo porta a scontrarsi con Carlton Drake, fondatore della Life Foundation, interpretato da Riz Ahmed.

Eddie ottiene informazioni riservate grazie ad Anne e decide di condurre un’incursione illegale nella sede della Life Foundation, dove entra in contatto con uno sconosciuto organismo alieno: Venom. Questo simbionte si fonde con lui, dando vita a un’inaspettata convivenza tra uomo e creatura, e trasformando Eddie in un essere dotato di incredibili poteri. Insieme, dovranno affrontare una corsa contro il tempo per fermare Drake, il cui obiettivo è portare avanti pericolosi esperimenti scientifici.

Venom, uno dei più complessi e iconici antagonisti dell’Uomo Ragno, approda finalmente nelle sale cinematografiche italiane il 4 ottobre, con un lungometraggio targato Sony interamente dedicato a lui. Tuttavia, nonostante l’attesa e le buone aspettative, il film si rivela una delusione per molti spettatori. La costruzione narrativa e lo sviluppo del personaggio risultano poco convincenti, ridimensionando la brutalità e la minacciosa indole che da sempre caratterizzano Venom nei fumetti.

Il regista Ruben Fleischer non sfrutta appieno le potenzialità offerte dalla storia e dai numerosi elementi a disposizione. Il film, adattamento cinematografico dei celebri fumetti Marvel ideati da David Michelinie e Todd McFarlane, si presenta come un’opera priva di un adeguato approfondimento narrativo e caratteriale. La trama è frammentata, con episodi spesso caotici e poco connessi tra loro, rendendo difficile un coinvolgimento emotivo efficace.

La visione di Venom si riduce quindi a un intrattenimento superficiale, penalizzato ulteriormente dall’eccessiva ironia che pervade l’intera vicenda. Questo approccio smorza la figura del simbionte, impedendogli di emergere con la dovuta forza, e indebolisce l’intero cinecomic. Il risultato finale è senza dubbio divertente, ma manca di quella tensione e quel carisma che avrebbero reso il film davvero accattivante e memorabile.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

5


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