Nei cinema italiani dal 21 novembre la prima di Wicked, il nuovo adattamento musicale diretto da Jon M. Chu.
Inizialmente previsto per il 2019 con Stephen Daldry alla regia, poi rimandato al 2021 e ulteriormente posticipato a causa della pandemia da COVID-19, arriva finalmente nei cinema italiani, distribuito da Universal Pictures e diviso in due parti: Wicked, il nuovo adattamento cinematografico del celebre musical di Broadway, tratto dal romanzo Strega – Cronache dal Regno di Oz in rivolta di Gregory Maguire, a sua volta una rivisitazione de Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum.
Un progetto ambizioso e spettacolare, diretto da Jon M. Chu e adattato per il grande schermo dalla sceneggiatrice Winnie Holzman, insieme al leggendario compositore e paroliere Stephen Schwartz, vincitore di Grammy e Oscar®. Wicked parte da una domanda profonda: il male nasce con noi o ci viene imposto? E attraverso questa riflessione racconta l’inedita storia della perfida Strega dell’Ovest e della Strega Buona del Nord, quando ancora giovani e ignare del proprio destino, si incontrarono come studentesse all’Università di Shiz, nella magica terra di Oz.
Le protagoniste di questa prima parte, in arrivo nelle sale italiane il 21 novembre, sono due giovani donne diametralmente opposte: Elphaba, interpretata da Cynthia Erivo, solitaria e incompresa a causa della sua pelle verde smeraldo, e Galinda (poi Glinda), con il volto di Ariana Grande, popolare, privilegiata e determinata a brillare. Nonostante l’iniziale e reciproca antipatia, le due si ritrovano costrette a condividere la stessa stanza.
Una convivenza forzata che darà vita a un legame tanto improbabile quanto sincero, destinato però a spezzarsi per sempre. Sarà infatti l’incontro con il leggendario Mago di Oz a far emergere il desiderio di gloria e potere di Glinda e, al contrario, la determinazione di Elphaba a rimanere fedele ai propri ideali. Due percorsi divergenti, segnati da scelte, rivelazioni e ferite che definiranno per sempre i loro destini.
Wicked, un caleidoscopio vibrante con sullo sfondo tematiche attuali
Fin dal suo annuncio, Wicked ha suscitato non solo la naturale curiosità che accompagna ogni grande produzione, ma anche una cauta aspettativa, alimentata dal timore che una trasposizione cinematografica potesse non rendere giustizia a uno degli spettacoli più amati al mondo. E invece, contro ogni previsione, il film ha superato brillantemente questa difficile prova, riuscendo a trasportare mente, cuore e anima nel meraviglioso e complesso universo di Oz.
Le straordinarie scenografie firmate da Nathan Crowley – ricchissime di dettagli, come l’incantevole Città di Smeraldo – si fondono armoniosamente con le vivaci e coinvolgenti coreografie, i sontuosi costumi disegnati da Paul Tazewell e le musiche iconiche di Stephen Schwartz, qui rielaborate con finezza da John Powell. Il risultato è un turbine spettacolare, un’esplosione visiva e sonora di illimitata magnificenza, un vero e proprio caleidoscopio che cattura e restituisce parte di quell’inconfondibile magia che ha reso l’originale di Broadway un fenomeno globale.
Al centro di tutto, la storia senza tempo dell’eterna dicotomia tra bene e male: una riflessione profonda e mai scontata su come questi due poli spesso si sovrappongano, si confondano, fino a ribaltarsi, creando il “nemico perfetto” da offrire al giudizio della massa. Un’analisi sottile sulla costruzione del male, sulla scelta etica e sul coraggio di restare fedeli a se stessi oltre ogni convenzione con protagoniste assolute sono Cynthia Erivo e Ariana Grande.
La Erivo domina lo schermo con un’interpretazione di Elphaba carica di complessità e potenza emotiva: dà voce e corpo alla sofferenza di chi viene rifiutato per la propria diversità, nascondendo sotto una corazza di forza apparente la fragilità del non essere accettato. Ariana Grande, interpreta con precisione e ironia la vanità narcisistica e l’ambigua ambizione di Glinda, oscillante tra ingenuità e manipolazione, tra invidia e bisogno di approvazione, ma seppur convincente, la sua prova risulta meno incisiva rispetto alla magnetica intensità della Erivo, vera mattatrice della pellicola.
Accanto a loro, un cast di grande livello: Michelle Yeoh regala una Madame Morrible tanto affascinante quanto inquietante, preside dell’Università di Shiz e simbolo di un potere ambiguo e manipolatorio. Jeff Goldblum, nei panni del Mago di Oz, è un incantatore carismatico e sinistro, mentre Jonathan Bailey interpreta un Fiyero spavaldo solo in apparenza, rivelando gradualmente un’interiorità complessa e tormentata.
Dietro la macchina da presa, Jon M. Chu – già regista del musical Sognando a New York – In the Heights – firma una regia audace e visionaria, con coraggio e ambizione, sfida la gravità e regala una lettura inedita del mito, offrendo una prospettiva alternativa sul “cattivo” e introducendo tematiche di forte attualità: la discriminazione, la paura del diverso, la propaganda di un potere corrotto, il maltrattamento degli animali, la distruzione dell’ambiente. Temi che risuonano con inquietante attualità e riflettono, in filigrana, le tensioni del nostro tempo.
Tuttavia, in questa prima parte – della stessa durata dello spettacolo teatrale originale – tali spunti vengono soltanto accennati, lasciando intendere che la loro trattazione più profonda sarà demandata alla seconda parte, attesa per il 21 novembre 2025. Un’attesa che si preannuncia lunga, ma che vale la pena di vivere. Nel frattempo, possiamo lasciarci travolgere da questa prima, folgorante metà: un’esperienza cinematografica inebriante, vibrante, e capace – come ogni grande storia – di farci vedere il mondo con occhi nuovi.
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Emanuela Giuliani
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