Zootropolis (2016): un’animazione brillante che diverte e riflette sulla società, pregiudizi e diversità con emozione e intelligenza.
Zootropolis, uscito nel 2016, ha aperto le sue porte a una metropoli pulsante e sorprendente, dove ogni vicolo, grattacielo e piazza è abitato da animali che, pur giocando con ironia, riflettono la nostra realtà, celando, dietro il velo colorato, tensioni, sogni e pregiudizi che parlano di coraggio, diversità e speranza. Fin dalle prime scene, lo spettatore viene immerso in un universo brulicante di vita, dove ogni quartiere racconta storie che sono allo stesso tempo animali e profondamente umane.
Al centro della narrazione c’è Judy Hopps, giovane coniglietta animata da un incrollabile spirito di giustizia. Determinata a superare i limiti imposti dal proprio contesto, Judy affronta stereotipi e pregiudizi con coraggio e determinazione. La sua alleanza con Nick Wilde, volpe disincantata ma dal sorprendente spessore emotivo, diventa il cuore pulsante di un’avventura che mescola il ritmo serrato del giallo alla delicatezza di una parabola morale. Insieme, i due protagonisti vivono non solo un’indagine per scoprire la verità, ma anche un viaggio interiore verso la comprensione dell’altro, invitando a guardare oltre le apparenze e a credere nel potere del cambiamento.
La città stessa diventa metafora di un mondo solo apparentemente perfetto. Dai grattacieli ai quartieri climaticamente differenziati, Zootropolis mostra un fragile equilibrio sociale attraversato da paure e diffidenze, riflettendo da vicino le tensioni umane. Grazie a una narrazione avvincente e a un’estetica visiva straordinaria, il film riesce a parlare a pubblici di tutte le età, offrendo una storia di crescita personale, empatia e rispetto reciproco. Ogni dettaglio visivo e ogni battuta contribuiscono a costruire un messaggio universale di speranza e tolleranza, rendendo il film un moderno specchio della società.
Pregiudizio, identità e collaborazione
Oltre al divertimento, Zootropolis affronta con intelligenza diverse questioni sociali. Il film esplora temi come pregiudizio, diversità, identità e ruolo sociale: Judy deve confrontarsi con le aspettative della società riguardo alle capacità di una coniglietta, mentre Nick racchiude le conseguenze dei pregiudizi interiorizzati e delle opportunità negate a chi cresce in contesti difficili.
La narrazione mette inoltre in luce dinamiche di potere e manipolazione sociale. Il misterioso caso dei predatori aggressivi diventa metafora di propaganda e stereotipi, ricordando situazioni reali di discriminazione collettiva. In questo senso, Zootropolis si avvicina a pellicole come Inside Out, dove emozioni e percezioni guidano il comportamento, o a storie con forte commento sociale come Wall-E o Il principe d’Egitto, che usano mondi fantastici per affrontare temi universali.
Il film introduce anche, con delicatezza, il tema della collaborazione tra culture diverse, mostrando come la combinazione di prospettive differenti sia fondamentale per risolvere problemi complessi. Ogni personaggio contribuisce con competenze uniche, evidenziando l’importanza della diversità come risorsa concreta, non solo simbolica. Umorismo, dettagli visivi e situazioni paradossali rendono accessibili a un pubblico giovane riflessioni su empatia, responsabilità e coesione sociale, conferendo alla storia un valore multilivello: divertente per i bambini, educativa e stimolante per gli adulti.
L’arte di costruire un mondo
Sul piano visivo, Zootropolis è uno dei vertici più alti della produzione Disney del nuovo millennio. Il film coniuga innovazione tecnologica, cura estetica e meticolosa attenzione ai dettagli visivi e sonori. La regia di Byron Howard, Rich Moore e Jared Bush bilancia con maestria azione, comicità e introspezione, costruendo un ritmo narrativo dinamico e coerente. Le scene d’inseguimento sono coreografate con precisione cinematografica, degna dei migliori film d’azione, senza sacrificare la leggerezza e l’umorismo tipici dello stile Disney.
L’animazione raggiunge livelli straordinari, frutto di oltre cinque anni di ricerca e sperimentazione. Ogni quartiere di Zootropolis è progettato come un microcosmo autonomo, modellato sulle caratteristiche e sulle esigenze delle diverse specie: dal gelido Tundratown alla torrida Sahara Square, dalla lussureggiante Rainforest District alla minuscola Little Rodentia. Per rendere realistici i movimenti e le texture degli animali, gli artisti Disney hanno studiato oltre sessanta specie reali, sviluppando software innovativi per simulare pelo, luce e fisica dei corpi in movimento. Solo Judy Hopps conta più di 2,5 milioni di peli animati singolarmente, un primato tecnico che testimonia l’attenzione maniacale ai dettagli.
Le voci originali di Ginnifer Goodwin (Judy) e Jason Bateman (Nick) conferiscono ai protagonisti una profondità emotiva straordinaria, rendendoli autentici e memorabili. Anche il doppiaggio italiano, curato con precisione, mantiene brillantezza e ironia, favorendo l’immedesimazione dello spettatore. La colonna sonora di Michael Giacchino accompagna la narrazione con eleganza, alternando momenti di tensione e azione a passaggi più delicati e introspettivi. La canzone Try Everything, interpretata da Shakira, diventa un inno alla perseveranza e all’accettazione di sé, incarnando perfettamente il messaggio positivo e motivazionale della pellicola.
Un aspetto interessante riguarda la scelta del punto di vista narrativo: inizialmente Nick Wilde sarebbe dovuto essere il protagonista, con un tono più cinico e disilluso. La decisione di raccontare la storia attraverso lo sguardo ottimista di Judy non solo ha reso la storia più luminosa e vicina allo spirito Disney, ma le ha anche conferito maggiore capacità di dialogare con un pubblico di tutte le età. Questo cambiamento, insieme alla cura tecnica e artistica, rende Zootropolis una delle opere più originali, sofisticate e socialmente consapevoli dell’animazione contemporanea.
Un successo maturo tra intrattenimento e riflessione
A quasi un decennio dall’uscita, Zootropolis resta sorprendentemente attuale: la città di Judy e Nick si offre come specchio della società contemporanea, attraversata da diffidenze, discriminazioni e paure collettive. Il film ricorda che il cambiamento è possibile solo attraverso comprensione, dialogo e coraggio individuale.
Con la grazia di una fiaba e la lucidità di una riflessione adulta, Zootropolis dimostra che l’animazione può insegnare a osservare il mondo con occhi nuovi, più attenti e più empatici, trasformando la diversità da ostacolo in risorsa. Coerente e ricco di dettagli, pur non essendo privo di piccoli limiti, il film si afferma come uno dei capolavori dell’animazione moderna: diverte, emoziona e invita a guardare oltre le apparenze, ricordandoci quanto sia importante abbattere le barriere del pregiudizio e credere nella possibilità del cambiamento.
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Emanuela Giuliani
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