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Che Dio di Aiuti 7 – Incontro Stampa

“Che Dio di Aiuti 7” – Incontro Stampa

Ritorna dal 12 gennaio l’appuntamento con “Che Dio ci aiuti”, serie tv in 10 episodi diretti da Francesco Vicario e Isabella Leoni, e realizzata in collaborazione fra Lux Vide (del gruppo Fremantle) e Rai Fiction.

In occasione della conferenza stampa per la presentazione della settima stagione il cast e i produttori hanno parlato dei propri personaggi e delle nuove vicende che li muoveranno all’interno del convento degli Angeli Custodi. Avevamo lasciato Suor Angela (Elena Sofia Ricci) e Azzurra (Francesca Chillemi) unite da una forte amicizia, ma ora dovranno separarsi per l’allontanamento della prima. Quest’ostacolo, però, le unirà ancora di più.

Maria Pia Ammirati, co-produttrice e direttrice di Rai Fiction: “12 anni di produzione significa qualcosa per questa serie: la prima qualità, oltre alla leggerezza di racconto, coniugata all’ironia delle protagoniste e ai giochi di parole fra loro, è il cast; ma anche, soprattutto, il fatto che parliamo di una famiglia nuova. Una famiglia che rispecchia la realtà, dove le famiglie non sono quelle del Mulino bianco. Il modello di famiglia proposto da Che dio ci aiuti è una famiglia inclusiva, ampia, dove tutti sono sullo stesso piano. E c’è un tema che va sempre più individuato: la condivisione dei ruoli, in cui tutti sono pari. Da questo punto di vista, oltre al mix di generi – parliamo di una dramedy –  io metto l’accento sul nuovo tipo di famiglia che è stato scritto dagli sceneggiatori: una famiglia inusuale, in cui nessuno ha colpe e se ci sono problemi vengono riassorbiti per essere poi risolti. Questa è la bellezza della serie, che finisce per esserne il successo. E il successo è stato ininterrotto per anni: significa che il nostro pubblico, sempre più vasto ed esigente, si riconosce nei suoi modelli.”

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I produttori, Luca Bernabei e Matilde Vicario, spiegano cosa rappresenti “Che Dio ci aiuti” per la televisione italiana.

“Che Dio ci aiuti è una carezza per l’anima in tempi in cui ne riceviamo poche”, spiega Bernabei. “Veniamo bombardati da fatti, da statistiche, dati, e poi abbandonati a noi stessi per decifrarli. Noi con questa serie raccontiamo il mondo con leggerezza, ma anche con profondità. Il convento è un posto dove tutti vorremmo essere: Suor Angela e Azzurra non ti dicono mai di non sbagliare, perché loro stesse sono le prime a farlo. E se sbagli puoi rimediare. C’è un grande sceneggiatore che dice: con le serie tv si deve far piangere o si deve far ridere. Che dio ci aiuti fa piangere e ridere.”

Aggiunge Matile Bernabei: “Credo che il concetto di famiglia allargata sia un concetto ampio ma che qui ha una collocazione delle più felici. Abbiamo la possibilità dell’accoglienza, di essere capiti, di sbagliare e poter rimediare, e questo concetto ha superato i confini nazionali.”

Bernabei spiega che è stato inusuale vendere una dramedy, genere dalla collocazione strettamente nazionale, ma che “Dio ci aiuti”: “ha avuto ottimo successo in quanto ottimo prodotto. Speriamo che questa serie si aggiunga ai successi delle altre e che dia nel cuore e nella mente degli spettatori e spettatrici qualcosa di più”.

Leonardo Ferrara, capo struttura del progetto, descrive qual è stata la sua impressione entrando in un progetto già avviato da anni. “Sono tornato con gran piacere, con un gruppo editoriale fortissimo e abbiamo trovato un rapporto dialettico creativo molto fruttuoso. È una serie fresca, ci siamo divertiti ed è stato stimolante portare avanti nuove attrici bravissime e di gran professionalità da supporto ai pilastri.”

Francesco Vicario, regista di parte degli episodi della nuova stagione, spende qualche parola per descrivere il cast e il gruppo di personaggi femminili su cui la serie è strutturata. “Azzurra (Chillemi) entra nel convento per ragioni personali e poi resta. Come Fiorenza, che ha portato una nuova nota nella serie, perché entra con leggero antagonismo. È un personaggio che all’inizio deve capire questo strano convento, abituata al mondo intellettuale di Parigi. E poi Ludovica, figlia di avvocato e avvocata essa stessa, che ha un bellissimo excursus. E la mascotte, Ileana d’Ambra, che si prende sul serio ma non viene presa sul serio dalle altre. È molto comica, è molto buffa e ci fa anche commuovere, perché ha una grande evoluzione personale. Abbiamo anche il personaggio di Sara, che entra nel convento con una storia personale drammatica e scappa da qualcosa, ma poi scopre un universo della sua vita che non conosceva. Ha un percorso molto ampio, una storia d’amore complicata, ma anche lei avrà un ruolo primario perché dal punto di vista formativo percorre la strada più importante.”

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La parola passa alla protagonista storica della serie, Elena Sofia Ricci: “C’è un’attenzione forte al femminile, in questa serie. In un cinema e in una televisione che ha dato spazio a uomini e ad attori, trovare così tante possibilità per noi donne di poter interpretare ragazze in difficoltà è importante.”

Aggiunge poi delle riflessioni sul suo personaggio, Suor Angela. “Un altro aspetto fondamentale è l’aspetto spirituale. Suor Angela è una grande peccatrice della televisione italiana: è scorretta pur essendo una suora, ma ciò che ce la fa amare è la sua capacità di relazionarsi con l’aspetto spirituale mistico. I suoi dialoghi con Cristo e con il suo sposo, con Dio, sono memorabili e sono quelli che ci gettano ogni fine episodio da tanti anni nel mare degli interrogativi nel quale noi annaspiamo tutti i giorni. Con Dio ci aiuti ridiamo, piangiamo e riflettiamo. In questo c’è l’aspetto vincente della serie.”

Ricci parla poi della collega Francesca Chillemi, che nella serie veste i panni di Azzurra. “Francesca è diventata col tempo una persona sempre più bella dentro e fuori, e ha qualità che io come donna non ho mai avuto: spero di averle insegnato qualcosa, avendo avuto grandi maestri. Sono stata molto fortunata, ho lavorato con attori incredibili e la cosa più bella è quando hai un dono e puoi restituirli nello sguardo di chi hai davanti.”

“Il mio personaggio era una scalmanata totale, ma perché ad Azzurra non è stato insegnato di essere amata e amare”, afferma Chillemi riguardo il personaggio di Azzurra. “Un aspetto che ti scalda il cuore, del convento, è che non tutti nasciamo con stesse potenzialità affettive. C’è chi ha una famiglia unita e chi no: Che Dio ci aiuti dà la speranza di poterne trovare e costruire una. Azzurra ha affrontato questa crescita. Questa serie mi ha dato la possibilità di incontrare persone importantissime. Ringrazio le colleghe con cui ho condiviso questi mesi, ed Elena in particolare, per la crescita che ho avuto in questi anni, professionale e umana. Anche Valeria (Fabrizi) con la sua Suor Costanza, che è il personaggio che tutti vorremmo.”

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“Suor Costanza è un personaggio sempre uguale” spiega Fabrizi. “È impicciona, con le sue caratteristiche di suora buona, affettuosa, brontolona, ma è importante per me, perché ho creato questo personaggio grazie agli autori facendo me stessa. Io ogni mattina vesto i panni di Costanza perché nella vita sono così.”

Spollon: “Otto mesi con otto donne, compresa Isabella Leoni alla regia, mi hanno insegnato moltissimo” confessa l’attore Pierpaolo Spollon, che in Che dio ci aiuti interpreta il personaggio di Emiliano. “Io ho conosciuto Francesca l’anno scorso e c’è stato un momento in cui mi ha aiutato in questo percorso. Valeria ha una componente di gioco e improvvisazione. Per me, come uomo, partecipare a questa serie è stato una scuola: queste donne mi hanno insegnato a mettermi in contatto con una parte femminile che ho anch’io, nascosta.”

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Federica Cremonini


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