Robert Pattinson in merito alle riprese dell’atteso Dune 3 ha dichiarato: “Faceva così caldo che il mio cervello ha smesso di funzionare”.
Robert Pattinson, come riportato da Variety, ha raccontato a IndieWire che le riprese di Dune: Parte 3, diretto ancora una volta da Denis Villeneuve, sono state un’esperienza estrema — e sorprendentemente rilassante — a causa delle temperature torride nel deserto.
“Quando giravo Dune, nel deserto faceva così caldo che non riuscivo più a mettere in discussione nulla”, ha detto l’attore. “È stato stranamente rilassante, come se il mio cervello avesse smesso di funzionare. Non avevo una sola cellula cerebrale attiva. Ascoltavo solo Denis [Villeneuve] e dicevo: “Tutto quello che vuoi!””.
Pattinson, il cui ruolo nel terzo e ultimo capitolo della saga di Villeneuve, è ancora tenuto segreto, si unisce a un cast di altissimo livello, che Timothée Chalamet, Zendaya, Florence Pugh, Jason Momoa, Josh Brolin, Rebecca Ferguson, Anya Taylor-Joy, e anche Nakoa-Wolf Momoa e Ida Brooke, interpreti dei figli gemelli di Paul e Chani.
Dune: Parte 3, attualmente in produzione, arriverà nelle sale il 18 dicembre 2026, ed è tratto dal secondo romanzo di Frank Herbert, Messia di Dune (Dune Messiah).
Come già accaduto nei precedenti film, anche questa produzione ha messo a dura prova gli attori per le condizioni climatiche estreme. Austin Butler, interprete del crudele Feyd-Rautha in Dune: Parte 2, aveva raccontato a Entertainment Weekly di aver assistito a diversi casi di colpo di calore durante le riprese: “Faceva 43 gradi e sembrava di stare in un microonde. C’era gente che sveniva per il caldo già nella prima settimana”.
Anche Zendaya, in un’intervista a W Magazine, ha confessato di aver avuto un colpo di calore sul set in Giordania, a causa del costume pesante e della scarsa idratazione: “Ero terrorizzata all’idea di dovermi togliere la tuta per andare in bagno, così ho smesso di bere. Ma non è stata una buona idea: ho imparato la lezione”.
Villeneuve ha riconosciuto le difficoltà fisiche affrontate da cast e troupe, spiegando di essere grato per aver potuto girare i film separatamente: “Le riprese di entrambi i film sono state durissime, fisicamente impegnative. Se li avessi girati uno dopo l’altro, credo che non ce l’avrei fatta”, ha dichiarato il regista. “La pausa tra i due progetti è stata una benedizione, e l’accoglienza del pubblico dopo la Parte Uno ci ha dato nuova energia per tornare nel deserto”.





