Caleb Landry Jones in Dogman

Dogman, la recensione del film di Luc Besson in concorso a Venezia 80

In Concorso all’80esima Mostra del Cinema di Venezia Dogman, il nuovo film diretto da Luc Besson con protagonista Caleb Landry Jones

Come può una persona sopravvivere alla propria sofferenza? Con Dogman, presentato in concorso a Venezia 80, Luc Besson cerca di dare una possibile risposta a questa domanda con una storia dai contorni strazianti, affascinanti ed eccentrici. Il film, interpretato da un imperdibile Caleb Landry Jones, sarà al cinema dal 5 ottobre con Lucky Red.

Dogman, sinossi

Douglas è nato in una famiglia disfunzionale, con un padre violento e anaffettivo che, ancora bambino, lo aveva rinchiuso nella sua gabbia dei cani addestrati al combattimento. In quello spazio angusto, sporco e malsano il ragazzo però impara a conoscere l’amore semplice, eppure puro e fedele dei cani, che lo accompagnerà per tutta la vita, fino a diventare la sua vera forza in un mondo aggressivo che lo rifiuta.

Caleb Landry Jones in Dogman

L’ispirazione del film

L’idea di Dogman è nata al regista e sceneggiatore dalla lettura di un articolo su una famiglia francese che aveva rinchiuso il proprio figlio in una gabbia quando aveva 5 anni. “Questa storia mi ha fatto interrogare sull’impatto che un’esperienza del genere può avere su una persona a livello psicologico”, dice Luc Besson.

Dogman è il frutto di una riflessione non tanto sul senso del dolore, quanto sulla capacità di resistenza dell’essere umano ad esso. Douglas è un ragazzo dall’animo profondamente sensibile e quindi, già di suo, destinato ad andare incontro alla sofferenza. La vita però sembra accanirsi su di lui infliggendogli una serie di orrori al limite della sopportabilità anche per un adulto.

Dogman, il protagonista

Tutte quelle esperienze forgiano un uomo che porta sulla propria pelle e nel proprio cuore cicatrici profonde, ma che negli anni ha imparato a gestire dolore e sofferenza quasi come una vera risorsa. Dogman, così si fa chiamare da adulto – come a voler seppellire il nome di quel bambino maltrattato e succube – è un impasto di dolore e desiderio d’amore, follia e lucida presenza di spirito. Paradossalmente quella parte di umanità, che la violenza subita  avrebbe potuto uccidere del tutto, resta vitale grazie al contatto con i cani, che Dogman arriva a considerare suoi figli. Loro non gli sono semplicemente fedeli, ma sono in grado di comprendere tanto il suo linguaggio fisico quanto quello verbale e gli consentono di sperimentare un amore incondizionato e reciproco che nessun altro essere umano è in grado di dargli.

Nel mondo di Dogman

Sebbene Douglas incarni i tratti di una follia criminale piuttosto estrema, nel film Besson ci aiuta a guardare al personaggio con uno sguardo privo di giudizio, che arriva persino a far comprendere la lucida etica sottesa a certe azioni. Senza dover ricorrere ad un facile pietismo o ad una sorta di perversa complicità, il regista ci pone di fronte ad un personaggio che in qualche modo potrebbe assomigliare ad ogni essere umano, perché mosso da sentimenti e considerazione non estranei a chiunque abbia sperimentato, anche solo un minimo, la sofferenza.

Caleb Landy Jones in Dogman

Dogman, Caleb Landry Jones

Dogman, però, non esisterebbe senza Caleb Landry Jones. 33 anni e già vincitore nel 2021 del premio come miglior attore al Festival di Cannes per Nitram, Jones è stato interprete in Scappa – Get Out, Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Un sogno chiamato Florida e nella nuova serie di Twin Peaks. Il suo aspetto diafano, la fisicità imponente, il volto dai lineamenti delicati ed eterei e la sua capacità di restituire sguardi agghiaccianti e quasi diabolici, ne fanno un interprete perfetto per il personaggio di Dogman, in cui i contrasti e le ambiguità trovano un equilibrio quasi affascinante.

Dogman, Aspetti critici

Unico punto debole nel film di Besson, che aveva dato già ampiamente prova della sua capacità di costruire storie su personaggi ambigui, strani eppure ipnotici in film come Nikita, Léon e Lucy, risiede nel fatto che esista già un’eccellente opera come Joker di Todd Phillips, Leone d’oro proprio alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2019. I tratti di Dogman non possono non ricordare quelli del folle e dolente personaggio interpretato da Joaquin Phoenix, vincitore del premio Oscar per questo ruolo, e la storia del film segue in modo piuttosto simile l’andamento narrativo di quello realizzato da Phillips.

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Vania Amitrano

Il Voto della Redazione:

8


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