Giffoni 2022: Erri De Luca ai giovani di Impact!: “Spetta a voi essere la coscienza civile di questo Paese”

Giffoni 2022: Erri De Luca ai giovani di Impact!: “Spetta a voi essere la coscienza civile di questo Paese

Mentre lo scrittore Erri De Luca è sul palco della sala Blu per inaugurare il primo degli incontri della sezione Impact! di #Giffoni2022, il premier Mario Draghi si dimette: “Da noi i governi cadono in continuazione” – è il commento dell’intellettuale napoletano sollecitato dai ragazzi – “La peculiarità di Draghi è che non apparteneva a nessun partito ed era facilmente alla mercè degli eventi, il che per me rappresenta una qualità. Come si risolverà la questione? Lo deciderà il presidente Mattarella. Pare che vogliano andare alle elezioni anticipate, ma poi è probabile che cambino idea. Personalmente non mi appassiona. Preferisco guardare ciò che succede fuori da quelle stanze. A voi giovani dico, non vi emozionate troppo per queste crisi di Governo”.

Inavitabile poi il riferimento al conflitto in Ucraina, anche perché De Luca, insieme a Giacinto Fina, pensionato, con un furgone usato carico di materiali sanitari, ha raggiunto il confine attraverso la Romania, in un viaggio che è andato ben oltre la solidarietà. “E’ stata una goccia nel deserto” – ha raccontato – “ma il deserto è una terra dove qualunque goccia è preziosa e non va sprecata. Bisogna riflettere su un dato importante. E’ tornata la guerra in Europa. C’è un verso del poeta russo Brodski che dice che al mondo non esistono cause, ma solo effetti. Se ci ragioniamo, siamo abituati a pensare esattamente il contrario, ma la cosa più evidente di questo pensiero è proprio la guerra perché non esiste nessuna causa che possa assumersi la responsabilità di questo orrore e se pure la volessimo forzatamente trovare, si sgretola e la guerra torna ad essere nient’altro che una antica volontà di sopraffazione. La domanda da porsi è: noi, da singoli cittadini, cosa possiamo fare?” – ha continuato – “Accogliere. E in questo l’Unione europea ha dimostrato di essere comunità. Voi giovani dovete essere la coscienza civile di questo Paese. Gli adulti non ce la fanno. Essere coscienza non è semplice, ha un peso, ma è questa che dà sostegno alla comunità, perché può rimproverare e far arrossire il resto del corpo”. Tra le emergenze, non c’è solo una guerra alle porte dell’Europa, ma anche l’ambiente martoriato dalla pressione umana: “Prima o poi la valanga scivolerà” – dice da appassionato di montagna – “Il 95 per cento delle volte che una valanga travolge uno sciatore, la colpa è sua, perché la valanga è partita con lui. Oggi siamo sul peggiore pendio. Che fare in questi casi? Inventare un altro percorso per non far partire la valanga. E possiamo farlo con le nozioni che abbiamo e attraverso piccole azioni. Anche in questo caso, ragazzi, è un compito che spetta a voi. Noi siamo obsoleti e siamo stati solo capaci di caricare il pendio”.

De Luca, rispondendo alle domande dei ragazzi, ha poi affrontato il tema degli invisibili, sottolineando il lato positivo di questa condizione: “In questo Paese abbiamo il prodigio di avere molte persone che fanno volontariato. Questo è il Pil segreto su cui si regge l’Italia e ci permette di essere cittadini e non clienti. Siamo circondati di persone che si danno da fare per resistere ai soprusi, sono le madri di Taranto che sopravvivono all’asfissia, la cui voce viene puntualmente ammutolita. E’ l’Ucraina. Il mio ruolo è quello di provare ad essere strumento di amplificazione. A Napoli si dice: fatti i fatti tuoi. Io che sono profondamente napoletano, invece dico: fatti i fatti di tutti quelli che sono i tuoi contemporanei”.

E Napoli, confessa, “ha strutturato il mio carattere. Per il resto, anche per quanto riguarda il mio lavoro, non mi soffermo tanto sulle cose che sono successe, sono un principiante di fronte al quotidiano. Il passato è una vasta materia narrativa”. E ancora, se l’800 è stato il secolo dei romanzieri e il ‘900 quello dei poeti, la stagione attuale è quella dei giornalisti militanti perseguitanti così come lo furono i poeti durante le guerre del secolo scorso. Infine un ricordo: “Un giorno mi tornarono in mente le parole del mio professore di latino e greco sulla differenza tra solidarietà e omertà e le scrissi di getto. Omertà è ritirarsi dalle proprie responsabilità. La solidarietà è l’occasione per tenere insieme le fibre di una comunità”. Con Erri De Luca, in sala era presente anche Paola Porrini Bisson, presidente della Fondazione Erri De Luca che finora si è occupata di mettere a disposizione borse di studio per i migranti, ma anche di finanziare corsi di arrampicata sportiva per disabili, con uno sguardo rivolto alle produzioni cinematografiche.

La Redazione


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