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Il Ragazzo e l’Airone, la recensione del nuovo incanto di Hayao Miyazaki

La recensione di Il Ragazzo e l’Airone del maestro giapponese Hayao Miyazaki presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023

Dopo il passaggio al Festival di Toronto, e il debutto lo scorso 14 luglio 2023 in Giappone, dove ha incassato ben 38 milioni di dollari al botteghino, è stato presentato in anteprima nazionale alla diciottesima Festa del Cinema di Roma: Il Ragazzo e l’Airone, la nuova attesissima meraviglia dell’animazione del maestro giapponese Hayao Miyazaki, con cui è tornato a regalarci tutta la sua poetica e i suoi sogni.

Una vera e propria gioia per gli occhi che riempie il cuore e l’anima di inestimabile emozione, commozione e bellezza. Una visione magica, intensa e unica, sospesa tra il romanticismo e l’orrore della cruda realtà, che solo il maestro, a dieci anni di distanza dalla dichiarazione di non voler più tornare dietro la macchina da presa fatta alla Mostra del Cinema di Venezia in occasione della presentazione di Si alza il vento, è invece fortunatamente qui ad estasiarci.

Il Ragazzo e l’Airone, la storia

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Nelle sale cinematografiche italiane il 1° gennaio distribuito da Lucky Red, Il Ragazzo e l’Airone è ambientato nel Giappone devastato dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Al centro della scena Mahito, un ragazzino di soli 12 anni, rimasto orfano della madre Hisako, morta tra le fiamme che divorarono l’ospedale di Tokyo dove questa lavorava, fatica ad adeguarsi alla vita nella nuova città trasferitosi insieme al padre Shoichi, ingegnere aeronautico, e alla nuova moglie di quest’ultimo Natsuko, sorella minore della defunta consorte Hisako, e in attesa di un figlio.

Mahito infatti, nonostante sia accudito dalle adorabili nonnine anziane della villetta in campagna dove ora vive, non accetta Natsuko, tormentato dalla morte della madre. Ma proprio nella calma di quell’abitazione a lui così intimamente lontana, Mahito si rende conto di essere seguito da un airone cenerino, che parlandogli non solo lo avverte che sua madre è ancora viva, bensì gli promette di ricongiungerlo a lei.

Una sconcertante rivelazione che condurrà il giovane a vacare le porte di un mondo fantastico, una sorta di realtà parallela dove nel tentativo di cercare sua madre, si troverà di fronte a strane creature e personaggi eroici in grado di controllare il fuoco, scoprendo qualcosa di più sulla sua famiglia e su stesso.

Il Ragazzo e l’Airone, l’incanto e la realtà di Miyazaki

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Il Ragazzo e l’Airone, 12esimo lungometraggio del maestro Miyazaki, vuoi anche per l’età dello stimato cineasta che a gennaio ha superato gli 80 anni, si avvicina molto a quello che si potrebbe definire un lascito testamentario che racchiude l’essenza, le tematiche e i fondamenti del regista e sceneggiatore nipponico, sul cui sviluppo e realizzazione hanno pesato le difficoltà create dall’emergenza pandemica. Un viaggio nell’intimo, di crescita, di accettazione della realtà, del rapporto genitoriale, della natura, di responsabilità ed elaborazione del lutto, del dolore e della sofferenza, in cui tutto si fonde in una perfetta armonia di simbolismi, approfonditi dal grande e amato cineasta dello Studio Ghibli lungo tutto il corso della sua carriera.

Un quadro che mostra e conferma ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, il genio immaginifico di Miyazaki. Luoghi incantati al cui centro c’è la delicata comprensione della filosofia della memoria, il surreale confine tra il bene e il male, la luce e l’oscurità, la sospensione del tempo e dello spazio.

Universi dai colori brillanti, con l’airone, evocazione dell’ambiguità dei legami e della fragilità della fiducia, a farci da guida. Dimensioni che dentro di loro hanno i luoghi de La città incantata e de Il castello errante, così come i riferimenti alla guerra di Porco Rosso, il rapporto tra l’uomo e la natura di Ponyo sulla scogliera, e l’avversione di Principessa Mononoke.

Un ulteriore gemma preziosa di cui avevano tutti bisogno e di cui non si poteva fare a meno quella che Miyazaki ci ha donato con Il Ragazzo e l’Airone, ispirato al romanzo E voi come vivrete? di Genzaburō Yoshino, titolo originale al film. Una narrazione ricca di creatività e sorprendenti metafore che invita inoltre a mantenere vivo il bambino che è in ognuno di noi.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

10


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