Il poster e il trailer di Amira, il film vincitore del MedFilm diretto da Mohamed Diab, nelle sale italiane dal 20 aprile 2023.
Amira di Mohamed Diab, nelle sale italiane dal 20 aprile grazie a Cineclub Internazionale Distribuzione in collaborazione con MedFilm Festival, che insieme portano al cinema il film più premiato durante l’edizione 2021 della manifestazione dedicata alle cinematografie del Mediterraneo. Con la distribuzione italiana di Amira, di cui vi presentiamo il trailer e il poster, si inaugura un nuovo sodalizio tra Cineclub Internazionale e MedFilm Festival che, a partire da quest’anno, si impegnano a portare in sala i film più premiati dal Festival.
Presentato in concorso nella Sezione Orizzonti al 78° Festival di Venezia, dove si è aggiudicato il Premio Interfilm e il Premio Lanterna Magica, al MedFilm Festival 2021 il film ha ricevuto il Premio Amore e Psiche come miglior film e il Premio Diritti Umani Amnesty International.
La trama di Amira
Ispirato a notizie di cronaca che riportano il contrabbando di sperma dei reclusi a vita per terrorismo nelle carceri israeliane, il film racconta da un’angolazione inedita il conflitto che divide due popoli e due mondi attraverso il viaggio tragico della protagonista Amira, un’adolescente palestinese che vive con la mamma ed è figlia di Nawar, detenuto in una prigione israeliana fin da prima che nascesse. Quando il tentativo fallito di concepire un altro bambino fa emergere la sterilità del padre, la famiglia scopre che Amira è in realtà figlia di un carceriere israeliano, e che il seme di Nawar era stato trafugato. Sconvolta dalla notizia, Amira decide così di mettersi sulle tracce del padre biologico: la ricerca della sua identità diviene così una riflessione universale sul senso della vita e dell’appartenenza.
“Il fatto che nel luogo in assoluto più sacro e diviso della Terra esista una qualche forma di ‘immacolata concezione’, è tanto affascinante quanto surreale” – ha dichiarato il regista Mohamed Diab – “Amira rappresenta un’esplorazione microcosmica della divisione e della xenofobia che regnano nel mondo odierno. Nell’atto di dipanare l’identità della nostra eroina, il film solleva la questione se l’odio nasca spontaneo o venga coltivato.”
